GAY- ecco cosa ne pensa CasaPound, UNIONI CIVILI, DIRITTI E DOVERI - OMOFOBIA E ORGANIZZAZIONI OMOSESSUALI

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view post Posted on 5/10/2009, 18:41




Alcuni recenti episodi di intolleranza hanno chiamato tutte le forze politiche e culturali della società italiana ad interrogarsi sullo stato della convivenza civile nella nostra nazione. Alcuni hanno preferito porsi poche domande e optare sconsideratamente per una logica esclusiva e repressiva che privilegi la ricerca di facili capri espiatori e la criminalizzazione arbitraria di intere comunità umane. Altri hanno preferito procedere verso una riflessione più articolata che individui come interlocutori designati tutti coloro che hanno una mente sgombra da pregiudizi e onestà intellettuale.

CasaPound Italia, che l’intolleranza la conosce bene per esserne regolarmente bersaglio, ha scelto del tutto naturalmente di collocarsi in questo secondo gruppo, decidendo di dialogare sull’argomento con chiunque accetti il confronto trasparente. Un confronto che per essere tale non potrà mai diventare confusione delle reciproche identità e desiderio di una legittimazione di cui nessuno della nostra associazione avverte il bisogno.

Piuttosto, siamo ben consci che noi non parliamo, ne intendiamo farlo, a nome di categorie ma abbiamo a cuore l'insieme del popolo italiano.

Il nostro tavolo di confronto con quegli elementi della variegata comunità omosessuale che lo hanno chiesto, nasce dalla nostra assenza di pregiudizi che lasciamo volentieri ai reazionari e ai progressisti, spesso preda di ogni ottusità.

In quest’ottica, non possiamo che ribadire quanto già pubblicamente affermato tempo fa da CasaPound Italia:

Che esistano coppie di fatto è appunto un dato di fatto. Certo, non tutti vivono tale condizione con equilibrio e buon gusto, ma questo vale anche per troppe coppie etero e comunque il buon gusto fa parte dello stile, non può certo essere imposto per legge. Non vediamo il problema nel fatto che tali unioni abbiano un riconoscimento di tipo civile e amministrativo, con l’attribuzione di determinati diritti e doveri alla coppia. Siamo invece del tutto contrari ad ogni ipotesi di adozione di bambini a coppie gay.

La possibilità di riconoscere un’unione civile (riguardante persone dello stesso sesso o meno) che contempli al suo interno determinati diritti e altrettanti doveri da riconoscere ai contraenti è quindi completamente ricompresa nei nostri intendimenti di sempre.

Nello specifico la nostra visione di unione civile riferita ad un rapporto di carattere affettivo necessita di due fattori importanti, assenti sia dai PACS che da i DICO: la convivenza assieme alla manifesta volontà reciproca di impegno alla relazione a tempo indeterminato.

Un' unione civile che non sia un semplice “contratto fra le parti” possibile anche fra due estranei, ma che riconosca e tuteli il vincolo affettivo che intercorre tra i contraenti, con tutto ciò che ne deriva in termini di obbligo di assistenza, ereditarietà, reversibilità di trattamenti pensionistici, ovvero di dirit ti, ma anche e sopratutto ciò che ne deriva in termini di doveri nei confronti dell'altro, in primis la serietà del sentimento che dà vita alla relazione. Quindi fedeltà, solidarietà e assistenza reciproca a tempo indeterminato.


Non si tratta, beninteso, di “creare” o “snaturare” alcunché o di avventurarsi in ardite ipotesi di ingegneria sociale. Anche perché non abbiamo la pretesa di essere decisivi e, comunque, qualora lo fossimo daremmo preminenza alle questioni sociali e a quelle che riguardano tutti piuttosto che alle categorie. Si tratta semplicemente di riconoscere ciò che già esiste, dato che le coppie di fatto sono una realtà, non un progetto. Del resto la nostra concezione dello Stato è organica, quindi inclusiva, e non può tollerare che importanti settori della cittadinanza siano costretti a comportamenti “carbonari”. Un’idea di Stato che contempla una sovranità forte, che quindi non accetta diktat morali, religiosi o settari, da parte dei proibizionisti come da quella degli esibizionisti.

Lo stesso istinto libertario che ci porta a rifiutare facili pregiudizi e visioni stereotipate ci induce del resto a ritenere inconcepibile e indesiderabile qualsivoglia estensione di leggi liberticide come la Mancino, che anzi ai nostri occhi non ha di per sé già senso di esistere. L’intolleranza si combatte rifondando la comunità nazionale su basi condivise, non attuando improbabili cacce alle streghe pericolose per tutti gli uomini liberi.

Nè mettendo in piedi indottrinamenti culturali obbligatori per la cittadinanza. Queste iniziative sono solo facile fonte di guadagno (su pubblici finanziamenti) per associazioni che non hanno nessuna intenzione a che il problema “omofobia” finisca perché il problema stesso diventa fonte di reddito per tali associazioni.

Insomma il mondo omosessuale non dovrebbe avere la sindrome del “panda”, della specie particolare in via di estinzione. Al contrario aspirare alla uniformità con il resto del popolo italiano. Uniformità di fronte allo Stato e di fronte alla legge. Quindi diritti civili e riconoscimento restano l'unico passo necessario anche culturale per porre fine non tanto alla discriminazione, ma al retaggio culturale secolare che la genera.

Crediamo al contrario che tanti, troppi omosessuali organizzati, preferiscano vivacchiare nel limbo dell'incertezza giuridica per cavalcare il clamore politico della questione omosessuale.

A nostro avviso oggi ci sono troppe battaglie per LE libertà delle singole categorie e non c'è quella essenziale per LA libertà contro il pensiero unico, globale e omologante che è il padre della servitù così come la norma "transitoria" sull'antifascismo in calce alla Costituzione è la madre dell'intolleranza e del pregiudizio.

CASAPOUND ITALIA

tratto da: http://ideodromocasapound.org/index.php?op...atid=51:societa
 
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